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autore
brano
 
Cicerone
De senectute, 69
 
originale
 
69. Quamquam, O di boni! quid est in hominis natura diu? Da enim summum tempus, exspectemus Tartessiorum regis aetatem (fuit enim, ut scriptum video, Arganthonius quidam Gadibus, qui octoginta regnavit annos, centum viginti vixit)--sed mihi ne diuturnum quidem quicquam videtur in quo est aliquid extremum. Cum enim id advenit, tum illud, quod praeteriit, effluxit; tantum remanet, quod virtute et recte factis consecutus sis; horae quidem cedunt et dies et menses et anni, nec praeteritum tempus umquam revertitur, nec quid sequatur sciri potest; quod cuique temporis ad vivendum datur, eo debet esse contentus.
 
traduzione
 
69 Anche se, o buon dio, cosa significa ?a lungo? nella natura umana? Prendi l'esistenza pi? lunga che ci sia, aspettiamoci di vivere quanto il re dei Tartessi - a Cadice ci fu un certo Argantonio che, come leggo, regn? ottant'anni e ne visse centoventi -; non mi sembra per? nemmeno duraturo quel che presenta una fine. Quando la fine arriva, allora il passato ? volato via; rimane solo quanto hai conseguito con la virt? e le azioni giuste. Se ne vanno le ore, i giorni, i mesi, gli anni: non torna pi? indietro il tempo passato ed ? impossibile conoscere il futuro. Ciascuno deve accontentarsi del tempo che gli ? concesso di vivere.
 

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